LA STORIA DEL TAIJIQUAN
Alcuni pretesero di attribuire la paternità del Taijiquan ad un monaco taoista della fine della dinastia Song (XIII secolo d.c.) chiamato Chang San Feng che ritirandosi in isolamento ascetico sul Monte Wudang Shan, nella provincia di Hubei, dove oggi sorge il Tempio della Nube Purpurea, si sarebbe ispirato ai movimenti del serpente e della gazza.
Una leggenda molto diffusa in Cina narra che:
“ …..Un giorno, Chan San Feng, osservando il combattimento fra una gru ed un serpente, rimase affascinato dalla facilità con cui il serpente di sottraeva con movimenti sinuosi, lenti e continui, ai secchi colpi dell’uccello, per poi, subito dopo, contrattaccare con fulminea rapidità. Il monaco intuì che la morbidezza e la flessibilità, associata a movimenti circolari e sinuosi, avevano la megliosui movimenti secchi e rettilinei della gru. Chang San Feng applicò questi principi alle arti marziali creando il Tai Chi Chuan…..”
Un’altra leggenda dice che Chang San Feng avrebbe imparato il Tai Chi Chuan in sogno.
Chang San Feng era conoscitore delle tecniche di meditazione e respirazione chiamati qigong al tempo in cui era ospite del Tempio Shaolin.
Chang Sang Feng comprese quindi che, in ogni combattimento, la cedevolezza e la morbidezza vincono sulla durezza e la forza; questa intuizione lo portò ad ideare una nuova disciplina dove unì le tecniche del qigong e le sue conoscenze dell’energia alla disciplina Shaolin e creò il Taijiquan. Si narra che questo personaggio raggiunse l’illuminazione e visse più di 200 anni.
Inizialmente la conoscenza del Taijiquan fu gelosamente custodita tra le mura di nobili famiglie e tramandata da generazione in generazione.
Alla famiglia Chen appartiene la più antica forma conosciuta, si ritiene che il capostipite Chen Wang Ting, un generale al servizio della Dinastia Ming, sviluppò il suo stile intorno alla prima metà del secolo XVII. Il Taiijiquan uscì dal monopolio della famiglia Chen grazie all’arguzia ed al talento di Yang Lu Chan (1799 – 1871).
Yang Lu Chan
Verso la metà del 1780 Yang Lu Chan si fece assumere in qualità di servo da un nobile maestro Chen Chan Hsin. Durante la giornata il maestro Chen svolgeva regolarmente le sue lezioni ed allenamenti ai quali non poteva assistere il giovane Yang. Pur tuttavia, quest’ultimo, eludendo la sorveglianza, cominciò a spiare le lezioni e nottetempo simulava le varie posizioni sino a raggiungere un ottimo livello di apprendimento. Scoperto fu costretto a dare una dimostrazione di quanto aveva appreso e l’esibizione stupì il maestro Chen che lo nominò suo discepolo. Si dice che il maestro Chen consegnò all’allievo i libri contenenti i segreti del metodo tradizionale, stravolgendo completamente la tradizione che voleva che il tramando delle tradizioni marziali si svolgesse esclusivamente nell’ambito delle famiglie nobili. Diventato maestro e tornato al suo paese fu introdotto a Pechino da un suo discepolo e per molti anni vi insegnò la boxe chen, avendo tra i suoi allievi persino le famiglie dei principi, allo stesso modo la modificò e la codificò. A poco a poco, il metodo Chen diventò il metodo Yang del Taijiquan. Il nipote del maestro Yang (Yang Chen Fu) fu il primo a diffondere la nuova disciplina a livello popolare.
Yang Chen Fu, in base alle sue esperienze personali, decise di modificare il Taijiquan dei suoi avi e si specializzò nelle posture più ampie perché capì che erano particolarmente utili per migliorare il proprio stato di salute. A partire dal 1928 viaggiò in tutte le città principali della Cina per insegnare il Taijiquan e formò diverse migliaia di allievi. Tra questi scelse i migliori e trasmise loro tutto il suo sapere. Fu Zhong Wen, all’età di 9 anni divenne discepolo del maestro Yang Chen Fu. Accompagnò il maestro nei suoi viaggi per la Cina: il maestro Yang insegnava il Taijiquan e Fu Zhong Wen eseguiva le dimostrazioni e spesso accettava sfide di altri maestri marziali. Alla morte del suo maestro Yang Chen Fu divenne la guida e il riferimento carismatico della Scuola Yang.
Il Taijiquan definito come “meditazione in movimento” è una pratica di esercizi lenti fluidi e continui, originati dall’osservazione dei movimenti armoniosi degli animali. Il termine Tai Ji Quan esprime il concetto filosofico che si basa sui principi yin e yang, sui 5 elementi e sugli otto trigrammi
Il Tai Ji Quan può essere tradotto nel seguente modo:
Tai = Grande o Supremo: sta ad indicare il principio che sta alla base di tutti i fenomeni
Ji = Trave – Cardine (anticamente indicava la trave maestra del tetto dove andavano ad incastrarsi le travi secondarie). Filosoficamente rappresenta il concetto cardine o elemento che incorpora le infinite manifestazioni dello yin e dello yang.
Quan = pugno – pugilato
La traduzione letterale che può esprimere questi cncetti filosofici sembra quello di BOXE DEL PRINCIPIO SUPREMO.
Il Taijiquan, basandosi essenzialmente sulla continuità del movimento, racchiude in essa anche principi scientifici che , sorprendentemente, si armonizzano con gli stessi concetti filosofici. Il significato di “arte di combattimento” in cinese è più complesso e sottile che in Occidente. Non si limita ad una lotta solo esteriore, è anche una lotta contro l’inerzia profonda, la disattenzione e l’irresponsabilità degli uomini.
Nei testi taoisti, una tradizione dice che dal caos originario – Wuji – stato di vuoto senza limiti antecedente la creazione del mondo, prese corpo una sostanza superiore, il Taiji, simboleggiato da un cerchio vuoto, che divise il caos in due parti: pesante e leggero, terra e cielo, yin e yang, i due principi primari. In tutte le forme del Taijiquan classiche, la prima tecnica che si esegue è solitamente un gesto rotondo effettuato da entrambi le mani che salgono dal basso fino all’altezza del viso circa per poi ridiscendere verso il Dan Tien e da una posizione con il peso del corpo equamente distribuito su ambedue le gambe. Questo gesto iniziale simboleggia appunto il Wuiji, il peso al centro è l’assenza di polarità. Subito dopo il baricentro si sposta, si differenziano lo yin e lo yang, nasce il Taijiquan.
Con lo yin e lo yang la filosofia taoista indica le due forze opposte che governano l’intero universo, la cui armonia deriva proprio dallo stato di equilibrio dinamico in cui esse si trovano. Queste due forze si manifestano in vari modi e sotto varie forme. I due poli di forze yin e yang sono responsabili della ciclicità presente nel moto del Tao, poiché quando uno dei due ha raggiunto il suo massimo comincia gradualmente ed inevitabilmente a ritirarsi cedendo l’avanzamento dell’altro. Tutto questo è rappresentato dal simbolo Taiji–Tu (diagramma del grande termine).
Il simbolo è costituito da un cerchio, il Taiji, diviso al suo interno da una curva costituita da due semicerchi che dividono l’area interna in due parti, una bianca yang e l’altra nera yin. Ognuna di queste parti ha al suo interno un piccolo cerchio di colore opposto perché nello yang esiste un po di yin e nello yin un po’ di yang. La linea interna del diagramma, che è curva, indica uno stato di moto circolare, se essa fosse rettilinea indicherebbe stasi ed immobilità.
Dice Ho Chang Kong nel commento del Tao Te Ching “lo yin e lo yang producono i tre soffi – energia: il puro, l’impuro e il miscuglio; questi costituiscono rispettivamente il cielo, la terra e l’uomo. I soffi leggeri, più yang e piu puri, salgono e formano il cielo; quelli pesanti, impuri, più yin, scendono e formano la terra. L’uomo, il miscuglio, si trova in mezzo tra cielo e terra ed è soggetto alle energie celesti e terrestri. Anche nell’uomo esiste il principio generale dello yin e dello yang.” Ogni uomo ha in sé una parte di ormoni femminili ed ogni donna una parte di ormoni maschili. La parte destra del corpo è generalmente considerata yang e la parte sinistra yin, parallelamente nel simbolo la parte destra sarà bianca e quella sinistra sarà nera. La parte esterna del corpo è yang mentre gli organi interni yin. L’essere umano considerato anche sotto il profilo psicologico ha in sé lo yin e lo yang che sono espressi dalle capacità e dalle manifestazioni del suo vivere quotidiano. Sono yin: la personalità formatasi con l’educazione, la cultura, la tradizione e tutto ciò che si apprende dall’esterno e perciò, in ultima analisi, la ricettività e la passività legate all’apprendimento. Sono yang, l’individualità, il bagaglio genetico, le capacità ed i talenti innati quindi le caratteristiche legate all’espansività.L’uomo essendo microcosmo nel macrocosmo, ha in sé tutte le manifestazioni dello yin e dello yang perché obbedisce alle leggi universali e non a quelle umane.
I Cinesi sostengono che l’uomo è un piccolo universo riflesso fedele e parte integrante del grande Universo nel quale vive e che i meccanismi che governano l’equilibrio interiore del nostro corpo, la vita sulla terra, e gli astri nel cielo, sono gli stessi. “la conformazione degli esseri umani riproduce l’architettura del mondo” dice Marcel Granet “Gli uomini hanno due piedi quadrati che devono poggiare sulla terra. Sono colpevoli se cessano di tendere il capo verso l’alto: la loro testa è rotonda a immagine del cielo”. Gli atti dell’uomo e dell’universo sono regolati dalla stessa natura e i rapporti tra l’uomo e l’universo sono reciproci. I comportamenti dell’uomo possono agire sui comportamenti delle cose e dell’universo e viceversa. Il disordine umano può generare quello dell’universo. Gli sconvolgimenti della natura possono avere conseguenze sugli atti umani. Caterine Despeux mette chiaramente in luce il significato del simbolo del Taijiquan “Può essere applicato all’universo e a tutti gli esseri, esso è il principio naturale del movimento perpetuo: nascita, crescita,annientamento, dell’alternarsi dello yin g e dello yang. Il taiji non è una semplice tecnica corporea: è anche una pratica che unisce il cielo, la terra e l’uomo, secondo l’ideale del Saggio, come viene detto nell’I Ching – il grande uomo unisce la propria virtù efficiente a quella della terra e del cielo, unisce la propria luce a quella del sole e della luna, dà alla propria vita il ritmo delle quattro stagioni-“
Il Classico di Medicina interna dell’Imperatore Giallo sintetizza in poche parole questi concetti affermando che “l’uomo deve rispondere sempre al cielo e alla terra”. Partendo da questa semplice frase, il rapporto macrocosmo-microcosmo può essere esplicitato in ogni aspetto della vita dell’uomo, sia quello biologico sia quello psico-emozionale relativo alla coscienza della propria esistenza, sia ancora quello etico, filosofico e religioso alla ricerca della propria verità.
Dalle due forze della natura Yin e Yang sono nati i “cinque elementi” meglio tradotti con il termine di “movimenti” (xing)
“Il legno – il fuoco – la terra – il metallo – l’acqua sono gli yin e gli yang della terra”. In essi vi è la base fondamentale di ogni cosa dell’universo e ogni singolo elemento può rappresentare qualsiasi fenomeno materiale ed immateriale, fisico e psichico. Si pensa che essi influiscano sulla vita dell’uomo: sia esternamente, attraverso il clima e l’ambiente; sia internamente attraverso processsi chimici che avvengono dentro il corpo. Ognuno dei 5 elementi è caratterizzato dalla tendenza ad una polarità o yin o yang: legno e fuoco sono di natura yang, metallo e acqua sono di natura yin. La terra è di natura neutra è sia yin che yang, poiché è il perno su cui si basano e in cui si trovano tutti gli altri elementi.
Le loro qualità derivano da un’attenta osservazione degli elementi naturali: infatti il legno si può torcere e raddrizzare, ill fuoco brucia e sale verso l’alto, la terra provvede al nutrimento ricevendo le semine e dando raccolti, il metallo può essere fuso modellato ed indurito nuovamente, mentree l’acqua provvede ad inumidire e scendere fluendo verso il basso. Essendo distinti in yin e yang il loro valore varia: fuoco e acqua risultano dei culmini. Legno e metallo dei dinamismi, mentre la terra determina il punto d’equilibrio.
Oltre a rappresentare le forze della natura, i cinque movimenti sono parte integrante della Medicina Tradizionale Cinese ed ogni movimento del Taijiquan viene associato a loro. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese ogni organo “zong” e viscere “fu” rappresenta un elemento, per questo nella pratica, secondo i principi teorici e filosofici, si vanno a stimolare e tonificare promuovendo l’armonia e il riequilibrio del corpo intero.
LEGNO (MU): direzione est – primavera – clima vento – colore blu verde – pianeta Giove – evoluzione nascita – sensi occhi – sapori acido – organi fegato – sentimenti collera – virtù bontà – teoria taiji andare indietro
FUOCO (HUO): direzione sud – estate – clima calore – colore rosso – pianeta Marte – evoluzione crescita – sensi lingua – sapori amaro – organi cuore – sentimenti gioia – virtù spirito rituale – teoria taiji fissare a destra
TERRA (TU): direzione centro – fine estate – clima umidità – colore giallo – pianeta Saturno – evoluzione trasformazione – sensi bocca – sapori dolce – organi milza – sentimenti riflessione – virtù fedeltà – teoria taiji equilibrio centrale
METALLO (JIN): direzione ovest – autunno – clima siccità – colore bianco – pianeta Venere – evoluzione declino – sensi pelle, naso – sapori acre – organi polmoni – sentimenti preoccupazione – virtù equità – teoria taiji andare avanti
ACQUA (SHUI): direzione nord – inverno – clima freddo – colore nero – pianeta Mercurio – evoluzione morte – sensi orecchie – sapori salato – organi reni – sentimenti paura – virtù saggezza – teoria taiji guardare a sinistra
L’I Ching o Libro dei Mutamenti, è forse la documentazione più antica e più completa del pensiero cinese, infatti ad esso si riferiscono la filosofia taoista e il confucianesimo, esso contempla l’interpretazione dei fenomeni cosmici e delle loro relazioni e costituisce un manuale su come condurre la vita umana in armonia con le leggi dell’universo. La natura, compreso l’uomo, muta incessantemente, ma non esiste casualità nel cambiamento, bensì una precisa legge, basata sull’alternanza e la complementarietà degli opposti.
L’I Ching è utilizzato per fotografare la situazione contingente e comprenderne i possibili sviluppi, cioè i mutamenti.
La descrizione della formazione degli otto trigrammi o “Bagua” si trova nel libro dei mutamenti che scrive:
“Perciò vi è nei mutamenti un grande inizio
primordiale, il quale genera le due forze
fondamentali. Le due forze fondamentali
generano le quattro immagini. Le quattro
immagini generano gli otto segni.”
Così il Taiji è il primo punto che emerge dal vuoto Wuiji. In esso sono contenuti i poteri della quiete e del movimento ed è la sorgente dello yin e dello yang. Nel livello statico yin e yang sono combinati per formare un’unità ma nel movimento si separano generando due forze. Viene rappresentato lo yang da un segmento lineare o piccolo cerchio bianco, lo yin invece da due segmenti o da un piccolo cerchio nero. Queste due forze che raddoppiando danno origine a quattro immagini: Vecchio Yang, Yang, Yin, Vecchio Yin. Aggiungendo un’altra linea nascono gli 8 segni o trigrammi.
Il taijiquan possiede 8 posizioni fondamentali che sono simboleggiate dagli otto trigrammi: parare (peng), ritirarsi ruotando ( lu), avanzare (ji), spingere (an), tirare verso il basso (cai), dividere (lie), colpire con il gomito (zhou) e colpire con la spalla (kao). Peng, Lu, Ji, An vengono anche chiamate “le 4 direzioni”, mentre Cai, Lie, Zhou, Kao “i 4 angoli”. Queste 8 posizioni insieme ai cinque elementi o movimenti tutti insieme formano le 13 posture. Per una completa comprensione dello stile bisogna quindi studiare l’aspetto energetico, i principi fondamentali e le applicazioni marziali nascoste nei movimenti delle forme. In particolare nello stile Yang tradizionale i 10 principi trasmessi da Yang Chen Fu per mano di Chen Wei Ming rappresentano i cardini di questo stile.
Molto importante è la connessione della parte bassa con la parte alta del corpo tramite la vita (dantien) che funge da timone per dirigere l’energia dove si vuole. L’energia, si dice, ha la radice nei piedi, esplode nelle gambe, è guidata dal dantien e viene trasmessa fino alle dita. Senza connessione e senza radicamento non è possibile generare un movimento potente e pieno di energia. L’arte del Taijiquan nel combattimento è l’arte di prendere in prestito l’energia dell’avversario e di dirigerla a proprio vantaggio aggiungendo la propria energia. L’esercizio di coppia del Tui Shou sviluppa questa abilità e ci permette di applicare con un compagno i principi fondamentali; l’esercizio del tui shou ci insegna a sentire l’energia del compagno, ad assorbirla, a restituirla ed a indirizzarla nuovamente a nostro vantaggio.
Differenziare il pieno ed il vuoto è un altro principio fondamentale sia nella forma che nel tui shou. I movimenti sono fluidi, mai spezzati ma rotondi ed altamente coordinati. La postura è molto importante: le spalle devono essere rilassate e i gomiti devono scendere e il petto rientra leggermente e naturalmente all’interno; il tutto per generare una postura priva di inutili tensioni muscolari ed articolari e per essere pronti a generare movimenti. L’esecuzione della forma senza l’applicazione dei principi trasmessi da Yang Chen Fu diventa non molto dissimile ad una danza fluida ed è associabile alla ginnastica dolce.
BIOGRAFIA
Tesi Simonetta Delbono